Maternità Surrogata e Stepchild Adoption

Lug 07, 2023

Diniego di trascrizione degli atti di nascita stranieri all’anagrafe italiana

La Corte EDU del 22 giugno 2023 ha respinto i ricorsi sulla trascrizione degli atti di nascita stranieri di bambini concepiti per maternità surrogata. I giudici hanno sostenuto che l’Italia non ha violato il diritto alla vita privata e familiare dei ricorrenti, in quanto offre la possibilità di riconoscimento giuridico tramite l’adozione. Tuttavia, la Corte ha sottolineato l’importanza dell’interesse superiore del minore e ha invitato i legislatori italiani a considerare una soluzione legale per i bambini nati tramite surrogazione. La decisione ha riacceso il dibattito in Italia sull’argomento.

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU), con decisioni del 22 giugno 2023, si è pronunciata riguardo al rifiuto delle autorità italiane di trascrivere negli archivi di stato civile gli atti di nascita di bambini nati all’estero attraverso la maternità surrogata, con genitori italiani (tre coppie omosessuali e una coppia eterosessuale), poiché la gestazione per altri è vietata in Italia.

I ricorrenti hanno accusato lo Stato italiano di violare l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani, che garantisce il diritto alla vita privata e familiare, in combinazione con l’articolo 14 della stessa Convenzione.

Il rifiuto delle autorità italiane deriva dal fatto che la gestazione per altri è vietata dalla legge italiana, e i giudici della Corte EDU hanno sottolineato che tale legge era nota ai ricorrenti, che tuttavia l’hanno deliberatamente ignorata.

La Corte EDU ha argomentato che, sebbene l’Italia non consenta la trascrizione dell’atto di nascita per il padre intenzionale (non biologico), offre la possibilità di riconoscimento giuridico attraverso la stepchild adoption. Inoltre, la Corte ha affermato che per ottenere tale riconoscimento giuridico, è necessaria la trascrizione dell’atto di nascita per il genitore biologico, cosa che non è avvenuta nei casi in questione. Pertanto, la Corte ha concluso che l’Italia non ha oltrepassato il proprio ampio margine di valutazione nell’applicazione dei modi per stabilire o riconoscere la filiazione.

Inoltre, la Corte ha ritenuto che il mancato riconoscimento degli atti di nascita stranieri da parte delle autorità italiane non abbia inciso significativamente sul diritto alla vita privata e familiare dei ricorrenti. La Corte ha suggerito che le difficoltà pratiche riscontrate dai ricorrenti potrebbero essere in parte risolte attraverso il riconoscimento del vincolo di filiazione del padre biologico tramite una richiesta di trascrizione parziale dei certificati di nascita.

La Corte costituzionale italiana, nella sentenza n. 33 del 2021, ha espresso la speranza che il legislatore consideri i diritti e gli interessi in gioco e trovi una soluzione adeguata a proteggere i bambini nati attraverso la maternità surrogata, regolamentando l’adozione se necessario.

In conclusione, la Corte EDU ha sottolineato l’importanza del riconoscimento da parte delle autorità dei legami del minore con la propria famiglia, per garantire l’identificazione legale del minore come membro della famiglia in cui vive. La Corte costituzionale italiana ha chiarito che la questione riguardava gli interessi del minore, non i diritti genitoriali delle persone che si prendono cura del bambino, e che tali interessi dovrebbero essere bilanciati e tutelati.

articolo scritto da Giuditta de Ricco e Antonia Manicone


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